Voce del verbo “esagerare”

Un nostro affezionato lettore ci ha inviato una sua riflessione che volentieri pubblichiamo.

di Daniele Carozzi Negli anni Sessanta, dato il crescente benessere, i giovani si divertivano. Si incontravano alle 21 o 22 di sera per rientrare da locali e/o sale da ballo (allora si chiamavano così), all’una o due di notte. Orari comunque impensabili al di sotto di una certa età e di una provata maturità comportamentale.

L’alba la si faceva nei casi eccezionali di veglioni a Carnevale e Capodanno. Oggi il verbo dominante sembra essere: “esagerare”. Giovani ambosessi, in età ancora acerba, formano il gruppo alle 23 o 24 per poi rientrare alle 5 o alle 6 del mattino.

E magari più volte la settimana. Esagerano questi giovani nel voler cercare a tutti i costi lo “sballo” con alcol o assumendo droga, senza alcun senso di autocontrollo, di responsabilità personale, ma quello di esagerare in tutto e pretendere di ottenere tutto, sembra ormai un obbligo sociale.

A chi la Natura non ha concesso di avere figli, ecco il volerli possedere a qualsiasi costo, e chi non ha adeguate possibilità economiche si indebita per simulare agi o vacanze che non potrebbe permettersi. Si esagera nella comunicazione, nelle offerte commerciali, nelle offese senza senso sui “social”.

Così come si esagera nella ostentazione dell’eros a qualsiasi età e in qualsiasi luogo o spettacolo, o nell’accampare diritti e pretese del tutto egoistici o personali.

Ma l’eterno esagerare, il superare a qualsiasi costo i limiti per vanità, capriccio, avidità, sfida o voglia di adrenalina, non è libertà.

Significa, al contrario, uccidere le libertà. Infatti non possiamo meravigliarci se gli eccessi, le esagerazioni di qualsiasi genere o tipo, sfociano inevitabilmente in violenze, stupri, aggressioni, omicidi.

È un male del nostro tempo, e le previsioni per il futuro non possono che essere drammatiche. Non occorre essere moralisti per affermare che tutto ciò disattende una morale, un’etica, che consentirebbe a tutti di vivere meglio e con maggior serenità.

Questo spasmodico voler “esagerare”, pretendere, ottenere a costo zero, senza responsabilità né fatica, nasce purtroppo dal legislatore che concede leggi inique per timore di perdere voti, da una giustizia lassista e permissiva, da una scuola che è soltanto parcheggio senza valori e disciplina ma clemente concessione di attestati e, infine, da una genitorialità resa molto debole, o assente, causa separazioni, divorzi o competizione fra i coniugi.

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